Il Comitato Regionale del Movimento Federalista Europeo della Lombardia, riunito a Milano il 1° dicembre 2001,
consapevole
- che gli sviluppi degli avvenimenti dell’11 settembre negli Stati Uniti hanno accelerato e messo in evidenza la crescente fragilità dell’egemonia americana e l’impossibilità per gli Stati Uniti di creare e consolidare un nuovo ordine mondiale partendo da un approccio unilateralistico;
- che nella nuova situazione del mondo stanno assumendo un ruolo crescente paesi come la Russia e la Cina;
- che l’assenza dell’ Europa dal quadro internazionale è sempre più allarmante;
preso atto
- delle recenti prese di posizione di alcuni Capi di Stato e di governo, esemplificate dal recente comunicato congiunto Chirac-Schroeder, che tendono a svuotare di significato la prospettiva di dotare l’Unione europea di una Costituzione federale ed a confinare la Convenzione al ruolo di forum di discussione in vista della prossima conferenza intergovernativa;
- del dibattito svoltosi in seno al Parlamento italiano in vista del vertice di Laeken, conclusosi con l’adozione di una mozione che non indica alcun obiettivo ambizioso da raggiungere alla Convenzione, né tantomeno testimonia di alcuna ferma volontà di perseguire l’obiettivo di una vera federazione europea;
- dell’atteggiamento rinunciatario e di attesa assunto dal Parlamento europeo nei confronti dei governi, testimoniato dal rapporto della sua Commissione Affari Costituzionali,
denuncia
l’ambiguità della formula della “Federazione di Stati nazionali”, fatta propria da molti esponenti della classe politica e di governo, che, al di fuori di una prospettiva statuale, implica la conservazione dell’ordine intergovernativo esistente;
ribadisce
- la necessità che le sezioni e i militanti del MFE, nel quadro della lotta per una vera Costituzione federale, lancino pubblicamente e con fermezza la sfida ai Sei paesi fondatori perché siano all’altezza del loro compito storico e assumano l’iniziativa di creare un nucleo federale aperto costituito, secondo la formula proposta dal Ministro degli Esteri tedesco Fischer, “dentro o fuori i Trattati”. Solo così sarà tra l’altro possibile:
- favorire lo sviluppo in seno alla stessa Convenzione di un fronte costituente capace di sottrarsi al ricatto di quei paesi che, in nome del mantenimento della concordia e dell’unità in seno all’Unione, cercheranno in ogni modo di rimettere ogni decisione finale alla conferenza intergovernativa;
- dare un senso ed una prospettiva politica all’auspicio che la Convenzione non adotti un’unica conclusione finale, che sarebbe per definizione minimalista, ma presenti una pluralità di opzioni.