Economia

Non avendo ancora completato il processo di integrazione politica, l'Europa rischia di non poter cogliere le opportunità offerte dal nuovo accordo con gli USA e di restare vittima della competizione tra nuovi e vecchi attori del commercio internazionale.

Il 28 novembre 2011, a Washington D.C., al termine del classico vertice bilaterale tra UE-USA, venne annunciato che gli Stati Uniti e l'Unione avrebbero proceduto a finalizzare un'area di libero scambio. I motivi sottostanti sono molteplici, secondo le conclusioni del vertice, a partire dall'aumento della cooperazione economica tra le due aree attraverso la riduzione di tutti quegli ostacoli, di tipo tariffario e di tipo non tariffario che porteranno anche alla creazione di nuovi posti di lavoro.

Il 10/10/2012 a Parigi è naufragato l’importante accordo tra due grandi imprese di difesa europee la BAE Systems e la EADS con amministratori, rispettivamente, Ian King e Tom Enders. Sarebbe stata l'opposizione del governo di Londra alla proposta dei negoziatori tedeschi di portare al 9% la partecipazione azionaria di Berlino, esattamente la stessa nelle mani della Francia, a causare il naufragio della trattativa, in quanto tale aumento di partecipazione era condizione necessaria per l’approvazione da parte tedesca del progetto di fusione. Il progetto di fusione prevedeva che il 60% della nuova azienda fosse nelle mani di Bae Systems, mentre il restante 40% fosse nelle mani del consorzio franco-tedesco EADS. La fusione che avrebbe portato alla nascita di un colosso da 70 miliardi di euro di fatturato e 220 mila dipendenti.

Sta a noi europei saper trasformare la crisi drammatica che ci sta attanagliando nella grande opportunità di creare finalmente lo Stato federale europeo: a partire dai paesi dell’Eurozona.

La crisi finanziaria ed economica che ha colpito l’Occidente e che, per la prima volta dopo molti decenni, vede gli Stati Uniti in affanno sul terreno della competizione economica, ha reso problematici i forti squilibri commerciali fra Cina e Usa.

Anche sul fronte dell’ecologia, come in tanti altri casi, gli Europei, se fossero capaci di unirsi politicamente, potrebbero fare molto per dare l’esempio e aprire nuove strade.

Limiti e prospettive della proposta del Presidente della Banca centrale cinese.

Le crisi delle forniture di gas russo sono un segnale preoccupante dell’incapacità degli europei di formulare una propria politica degli approvvigionamenti energetici.

La crisi ha colpito duramente anche il comparto automobilistico, cioè uno dei punti nevralgici delle economie mature, che avrà effetti devastanti sull’intero sistema.

E’ evidente la debolezza strutturale dell’industria europea, che da un lato è chiamata a creare raggruppamenti di imprese per poter competere a livello mondiale nei settori strategici, mentre dall’altro deve sottostare alle politiche nazionali.

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