Numero 35, Febbraio 2013
Per sostenere la crescita a livello europeo: boicottare l’accordo sul bilancio dell’UE o battersi per un bilancio aggiuntivo dell’eurozona?Il Consiglio europeo del 7-8 febbraio, conclusosi con un criticatissimo accordo al ribasso sul prossimo bilancio dell’Unione europea, dovrebbe spingere, ancora una volta, ad una riflessione seria e responsabile sul futuro dell’Europa; e non diventare il pretesto per battaglie puramente emotive che, in una fase così delicata, rischiamo di essere fuorvianti e addirittura sbagliate. E’ evidente infatti che il Consiglio ha raggiunto un pessimo compromesso sul quadro finanziario pluriennale che entrerà in vigore dal 2014; un compromesso che mette ancor più in risalto l’incapacità di questa Unione europea di dare risposte ai problemi drammatici della recessione economica e della disoccupazione. Ma non si risolve il problema erigendo barricate per contrapporre l’operato antidemocratico del Consiglio europeo a quello “legittimato dai cittadini” rappresentato dal Parlamento europeo. Il punto infatti non è cercare di migliorare il quadro finanziario a Ventisette. Piuttosto è quello di prendere finalmente atto del fatto che il vero problema che l’UE deve affrontare, al più presto, è quello di separare istituzionalmente il quadro del mercato unico a Venitsette – con la sua logica inevitabilmente intergovernativa, appena sfumata dal cosiddetto metodo comunitario – dal quadro dell’Unione monetaria, in cui deve poter iniziare a funzionare la logica federale di un potere sovranazionale autonomo, di un bilancio adeguato dotato di risorse proprie per promuovere la crescita e lo sviluppo, di una ripartizione dei poteri e delle competenze che corrisponda al trasferimento di sovranità dagli Stati all’Europa.
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Editoriale
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